Come una calamita,come una malattia,un qualcosa a cui qualcuno,una volta che ha provato,non può fare a meno.. Ognuno con le sue motivazioni,condivisibili o meno,ad inseguire il suo sogno..
Chi per il tempo,chi per il gusto dell'impresa,chi alla ricerca di autostima,tutti in quella maledetta perversione lunga 42km195metri.. Entusiasmo,attesa,ansia,fatica,dolore,lacrime,gioia..
Non aspettatevi che tutti quelli che saranno lì sulla strada capiranno il "vostro" perché,ma tutti saranno comunque lì per vivere quegli ultimi metri,quell'attimo di onnipotenza,in cui c'è l'hai fatta,in cui sei vuoto ma stai comunque ballando sul mondo..
Adesso mi tocca riaprire gli occhi,domani sarà dura,il caldo non lo sopporto,non pensavo nemmeno di correrla fino a poco tempo fa.. Sono il classico testone che ogni tanto ci ricasca,con il suo allenamento approssimativo.. ma non riesco a starne lontano troppo a lungo,alla fine di quella sofferenza che mi aspetta so che c'è quell'attimo,uno dei pochi che riesce a regalarmi un'autentica felicità.
sabato 5 aprile 2014
venerdì 18 ottobre 2013
21km dopo 21gg.
Perchè ci sono guerrieri che non hanno bisogno di alzare la voce o togliersi la maglietta per mostrare i muscoli..
Perchè le battaglie che non ci scegliamo sono le più difficili da combattere e ci vuole carattere per reagire quando la vita mostra il suo lato peggiore..
Perchè è un esempio positivo di speranza,entusiasmo e amore per la vita contro il "lamento facile"..
La storia di Luca,amico di Runningforum,è stata raccontata su un quotidiano locale..
Perchè le battaglie che non ci scegliamo sono le più difficili da combattere e ci vuole carattere per reagire quando la vita mostra il suo lato peggiore..
Perchè è un esempio positivo di speranza,entusiasmo e amore per la vita contro il "lamento facile"..
La storia di Luca,amico di Runningforum,è stata raccontata su un quotidiano locale..
mercoledì 16 ottobre 2013
Hell and Paradise..
Tolta qualche ragnatela e data una spolverata su ispirazione
dell’amico Francesco,il Foia di runningforum,che ieri ha scritto questo bel post sul suo
blog .
Chi può vantare più esperienza ha una cognizione di causa
maggiore,più possibilità di scelta e può esprimere un giudizio più completo.
Esperienza che,visto il gioco,non si misura solo nella quantità di gare fatte..
o meglio,ognuno si può creare il suo paradiso e il suo inferno ma shakerare
campagna e città,piccola gara e grande organizzazione,italia e estero,più
almeno una major può regalare un mix più vario ed una visione globale
però,ripeto,qualsiasi runner con qualche maratona alle spalle può stare al
gioco.. Io ne ho corse undici,oltre ad una settantina di gare,avrei
pensato d’avere qualche tacca in più ma le più o meno recenti questioni fisiche
mi hanno fatto perdere un po’ il filo,in compenso mi sono fatto un minimo d’esperienza
in realtà distanti tra loro..
Se Foia è partito dal paradiso,inverto i fattori e partiamo
dall’inferno del maratoneta,ovviamente il mio inferno..Area di partenza triste stile Milano 2011 dalla zona fiera
di Rho,tracciato tosto “made in Usa”,il continuo sali-scendi di Boston ti mette
a dura prova,con quelle salite dure piazzate in zona muro,anche se nemmeno gli
ultimi 17km newyorkesi lasciano tranquilli,soprattutto nell’infinito rettilineo
post Queensboro bridge.. se poi su un percorso così duro aggiungete i
sampietrini romani non vi accorgerete immediatamente delle differenze ma alla
lunga i muscoli potrebbero alzare bandiera bianca.. sperate allora di non
trovare i 30gradi abbondanti di Milano 2011 o di dover lottare contro le
pazzesche folate di vento della campagna friulana dell’ultima Unesco Cities
Marathon.. di potervi ristorare con un acqua meno bollente della Milano già
citata e avere quel minimo di supporto dal pubblico che la solitudine
dell’infinita campagna della Terre Verdiane non vi può regalare o almeno di non
dovervi mettere l’elmetto per battagliare con il pubblico della Milano
2008,quella che si correva ancora tutta in città.. Alla fine come premio vi
toccherà sicuramente la medaglia-“patacca” sempre di Milano 2011 e nessun
servizio fotografico come nell’Unesco Cities Marathon,oltre alla pesante coda e
i km di camminata di NY per poter uscire dalla zona d’arrivo e,siccome siete
all’inferno,vi troverete a far tutto sotto l’acqua gelida di Firenze 2010.. Non
ho dimenticato l’arrivo,difficile trovarne uno da inferno quindi è necessaria
una scelta dolorosa e diciamo che con il potenziale di Firenze e la fretta di
far defluire i maratoneti,Piazza S.Croce viene sfruttata male e solo dalle foto
ti accorgi in quale bellezza sei arrivato,cataloghiamolo come “mi sarei
aspettato di più”..
Paradiso? Bé sicuramente ha un expò stile NY e la sua
spettacolare partenza,facile come una Terre Verdiane o Milano,ma sei trascinato
dal pubblico come in una major.. voglio vivere momenti emozionanti come l’uscita
dal Queensboro di NY,lo “scream tunnel” di Boston e il Tower Bridge di
Londra,accompagnato da due ali di folla come lungo il Tamigi o Central Park..
in una giornata serena ma fresca e non umida come NY 2011,con i ristori
tranquilli di una Terre Verdiane o Unesco Cities Marathon ma posizionati con la
frequenza di una Major e,per appagare gli occhi,vedere le “cartoline” che solo
le Roma e Firenze ti possono regalare.. L’arrivo su The Mall a Londra è quasi
imbattibile,se non fosse che il pubblico è un po’ distante nell’ultimissimo
tratto,quindi andrebbero aggiunte le tribune delle altre major.. ed alla fine
andarsene fieri con la fantastica medaglia di NY 2008,quasi impossibile da
insidiare se non con la particolare medaglia di Roma 2011,da tenersi al collo
per le vie di Manhattan ricevendo la gratificazione dalla gente e andarsene a
cena con le compagnie romane..
Se volete stare al gioco,o su questo canale o nel blog di Foia che ha originato il post,descrivete il vostro paradiso e inferno...
lunedì 20 maggio 2013
RF alla Strapanaro
Una delle frasi più abusate del forum “è sempre un piacere
incontrare volti nuovi e rincontrare i vecchi amici” e questo weekend conferma
la regola..quindi ai classici Mad, Marcello, Lilli, Doc, Podistica, Deuterio,al
camaleontico Steve,ho il piacere di ritrovare/conoscere il duo sardo/emiliano
Juanni-Aroldo,i (quasi) padroni di casa Piccio e fe_de in perfetto doppio-petto
giallo fluo,con la Nicoletta che secondo la teoria “Graziana” “..attomiglia
tantittimo a Juliana Moreira”…poi ci sarebbero i mototati,il cui nome mi è
stato rievocato per l’intero weekend,qualcuno sosteneva dormissero addirittura
nel mio stesso hotel,ma si dice che per eccesso di dieta siano diventati
invisibili.. La gara è stata dura,le leggende sugli argini intorno al
Panarò si sprecano,superano quelle del triangolo delle bermude.. accolti da una
pioggia battente che si è via via affievolita per lasciar spazio ad una
temperatura tropicale,tutti sintomi di un’organizzazione non all’altezza.. Partiamo
in gruppo,compatti o quasi,perché allo start c’è sempre un Savio che si lancia
indemoniato in un vortice stile “diavolo della Tasmania”,ma lo lasciamo andare
convinti che la temibile “palude panarea” ce lo restituirà inerme a metà gara..
“ritmo chiacchiera” si diceva,classica affermazione fasulla per coinvolgere
ignari passanti che da lì a pochi km raccoglieranno le rane con la lingua che
rasenta il terreno,infatti dopo poco perdiamo il saggio MadShark che ci lascia
andare sostenendo che doveva salutare una nutria che non vedeva da
tempo..vedendo il ritmo forsennato del gruppetto provo a fregarli con un
“andate, aspetto Daniele” ma lui deve aver fregato me perché quando giro la
testa la quarta volta scompare e mi trovo nel temuto limbo,con la testa del
gruppo come miraggio,un sole cocente a battere sulla testa e le ammaliatrici
sirene del Pànaro a lanciare il loro richiamo.. Senza perdermi d’animo mi
lancio all’inseguimento del quartetto ma,ad ogni tentativo di ricucire lo
strappo,loro perfidi danno un’accelerata sufficiente a tenermi a distanza,tutto
questo nella prima metà,prima di scoprire tutto quanto si narra sulla campagna
intorno Panàro,quando si entra nel magico mondo della Podistica San Damaso.. si
perché al 13esimo (ma era l’11esimo..) riprendo Steve e la maglietta di
Mototeto (al suo interno non ho scorto niente..) sul ciglio della strada
che,attirati dalle sirene del Panarò,urlano il nome delle loro amate..li
abbandono rinfrancato dal cartello del 16esimo (ma era il 12esimo..) ma qui
arriva la mazzata perché il duo fe_de&Doc si lanciano in un’infinita volata
e mi distanziano subito di mezzo km,lasciandomi di nuovo nel limbo,per fortuna
“raccolgo” Savio che persa la spinta iniziale barcolla sull’argine lamentandosi
del caldo afoso e lo devo abbandonare quando alla vista del cartello
dell’11esimo (ma era il 14esimo..) si lascia rotolare sconfortato nel canale..
di nuovo solo provo ad andare a riprendere quelli davanti,anche se ormai manco
di lucidità mi lancio in una serie di sorpassi per chiudere lo strappo con i 2
che devono starsi veramente sulle palle a vicenda per continuare a lanciare
scatti e contro-scatti,nella speranza di distanziarsi l’uno con l’altro..ma
ormai siamo a 75° all’ombra con il 220% d’umidità,alla vista del cappellaio
matto e del bianconiglio approfitto di un ristoro per farmi riprendere da
Savio-Steve e dalla maglietta di Mototeto che si ferma anche a fare la pipì,ma
nemmeno loro mi danno tregua perché vogliono riprendere il duo di testa,l’inseguimento
è estenuante,mi ritrovo a chiacchierare con la maglietta di Mototeto,Savio si
stacca subito,Mad Shark si dice stia giocando a croquet con la regina di cuori
intorno al cartello del 15esimo (ma ero il decimo…),fe_de con un colpo secco
nel costato fa fuori il Doc che raccogliamo intorno al 18esimo (ma era il
20esimo…) dolorante,”Andrea nel paese delle meraviglie” lo troviamo al cartello
del 17esimo (ma mancavano 500 metri all’arrivo..),mentre conta con le mani fino
a 10,ma senza pallottoliere non sa arrivare a 21 e cade nel panico,schizzato
inizia ad incitarci ma siccome ci vergogniamo fingiamo tutti di salutare
un’anziana signora in una villetta sulla destra,allora ci offre urlando un giro
sulla sua canna che ci fa scattare che “usain bolt ci fa ‘na pippa”,Doc
compreso,malgrado sia in crisi e mi continua a dire che vede il Bisa sul
pilastro… finalmente dopo le ultime due semi-curve una folla degna di Londra e
NY ci accoglie vicino alla bocciofila di San Damaso e tagliamo festanti il
traguardo,riceviamo tutti la classica tigella da mettere al collo e tutti mi
invitano ad andare a fare la doccia “che poi fai tardi” salvo lanciarsi in un
book fotografico degno di un matrimonio per poter raccontare in giro che
“insane non c’era,è sempre in ritardo”..
Dopo una doccia che mi riconcilia col mondo,entro al
ristorante in perfetto anticipo ma essendo il primo aspetto don deuterio che
dopo la messa mi offre un aperitivo,scoprirò poi che era il classico tranello
per farmi arrivare tardi.. mi siedo con 6 minuti di ritardo e fe_de è già al
rutto finale mentre si spalma la nutella sulle ultime tigelle,”Juliana Moreira”
lo abbraccia e dice che l’ha scelto perché timido e di classe,faccio sedere la
Grazia vicina ad un tipo serio come il Piccio per non mostrarle con chi vado in
giro ma evidentemente non conoscevo abbastanza bene il Piccio..per fortuna che
la Chiara la indottrina su come si accetta una maratona durante il viaggio di
nozze..il resto è tutto confuso,il duo sardo-emiliano passa più tempo con il
bicchiere in mano che a chiacchierare,il Doc ancora allucinato parla con il
Bisa e lo imbocca ma è seduto vicino ad una sedia vuota,cerco in tutti i modi
di spaventare Marcello per il Passatore ma lui deduce che è pronto per la Nove
Colli del prossimo anno e la Fra mi chiederà i danni per questo.. alle ore di
matematica da ‘ste parti erano tutti in fuga perché al momento del conto
passiamo da 24 a 17 in pochi minuti salvo poi accordarci per 20 (anche se per
la questura erano alcuni meno).. Finalmente siamo ai saluti e possiamo
rientrare a casa,anche se si dice che qualcuno è ancora lì a salutare i
passanti convinto che fossero al tavolo con noi..lo recupereremo,in futuro..
Ai miei amici blogger i personaggi non diranno molto ma era
una storia che andava raccontata..
W RUNNINGFORUM! Alla prossima..
lunedì 6 maggio 2013
London Marathon 2013
Rincorsa da tempo, avevo azzardato l’iscrizione l’anno
scorso, “pensiamo positivo” mi ero detto, convinto di dover fare una chemio che
poi non è mai arrivata (per fortuna).. a quel punto non potevo farmi fermare da
una giornata storta e da un po’ di sfortuna, volevo arrivare, perché continuo a
ritenere il ritiro l’unico vero motivo di delusione, personale e per chi mi sta
seguendo..
Non avevo enormi aspettative, la gara dovrebbe essere
l’apice di una parabola e io, invece, nel mio disordine di gare e allenamenti,
mi sentivo già un po’ stanco e soffrivo di qualche acciacco muscolare che mi
indicava che, forse, non tutto era perfetto.. però non credevo nemmeno che
avrei nuovamente corso una maratona così lentamente,tre lunghi fatti (5’11” -
4’57” – 5’07” le medie), una maratona corsa come allenamento sotto le 4h, non
mi facevano pensare che Londra sarebbe stata la mia maratona più lenta.
a cena con l'inaspettata abbronzatura.. |
Ci ho sbattuto la testa, certe giornate sono da mettere in
conto, non ne faccio un dramma. Spaventato da un attacco di dissenteria al
Sabato, ho preso del dissenten prima di partire e, invece, oltre a non risolvermi
il problema mi deve aver bloccato lo stomaco e creato un senso di nausea che mi
ha accompagnato per mezza giornata, accentuato dallo sforzo fisico e dalla giornata
calda, quella si inaspettata.. Già in
griglia continuavo a sudare e nei primi km non avevo il piacere di correre,
sintomi del malessere, dopo la mezza con le prime soste bagno, l’enorme
stanchezza e i giramenti di testa ho mollato ogni residua aspettativa
cronometrica e mi sono preoccupato solo di portare a casa la medaglia, un passo
alla volta,da buon bradipo.. che poi quel po’ di rammarico che mi è rimasto è
dovuto al fatto che l’ambientazione è magnifica e la spinta del pubblico degna
di una Major ma, purtroppo, mi è mancata la necessaria lucidità per poter
vivere lo spettacolo e in eredità sono rimasti solo pochi ricordi e tanta
confusione.. potevo essere ovunque e, invece, ripensando al Tower Bridge o ai
tratti lungo al Tamigi, devono essere quei momenti di godimento puro, quando
senti il boato della gente (quello lo sentivo..) e tu ricambi con lo sguardo
fiero di chi ce la sta facendo.. ma mi piacerebbe tornare, anzi tornerò..
alla fine è comunque gioia.. |
Dal punto di vista pratico è una maratona meno impegnativa
di una New York, volo più corto, con l’hotel in zone turistiche si raggiunge la
partenza in meno di mezz’ora (noi abbiamo fatto 5-10 minuti di camminata e 15
di treno), percorso meno duro anche se, secondo me, ci sono continue piccole
variazioni che qualche disagio all’amatore medio (mediocre..) possono crearlo.. poi la presenza della carta igienica in ogni
bagno chimico con rifornimento continuo, le mini-bottigliette d’acqua ai
ristori e, mangiare made in italy, nei giorni precedenti la gara, è
facilissimo. Non il massimo, invece, la
partenza non scaglionata nel tempo, le wave newyorkesi fanno storcere il naso
prima ma poi sono utili ed anche Boston ha due spari pur facendo numeri più
contenuti.. e poi il parco di Greenwich è una bella distesa d’erba in cui
passare 2-3 ore ma, in caso di pioggia, non oso immaginare cosa possa
diventare..
Piccola aggiunta, abbiamo corso listati a lutto per quanto successo
a Boston, ahimè scelta non apprezzata da tutti, non tanto a Londra ma per
quanto mi era capitato di leggere nei giorni pre-partenza.. vero che ogni
giorno ci sono morti innocenti, che purtroppo abbiamo la tendenza a farci
scivolare addosso quanto abitualmente accade in alcune parti di mondo che
sentiamo distante quasi non fosse il nostro, tendenza accentuata da come i mass
media trattano i fatti.. idealmente ogni giorno dovremmo uscire con il lutto,
idealmente appunto perché non è possibile, avessi un figlio magari cercherei di
fargli avere un quadro più globale della situazione e che il cattivo non ha
sempre lo stesso colore..
Premesso questo ho condiviso la scelta del lutto a Londra,
mi piace pensarci come una grande famiglia di corridori, accumunati da una
passione, nell’insieme mondo facciamo parte del sottogruppo dei runners.. ho
trovato quindi naturale esprimere solidarietà nelle successive manifestazioni,
arrivate dopo pochi giorni quando Boston era ancora senza un perché, senza
voler cavalcare nessuna battaglia più grande, senza farne subito una questione
di indiani e cowboy, come qualcuno ogni volta cerca subito di catalogare certe
situazioni e i “contro”, sostanzialmente, finiscono col dargli credito..ma per
stringere in un ideale abbraccio chi, sulle “nostre” strade, facendo parte di
questa famiglia, nel momento di massima gioia e spensieratezza, si è visto
stravolgere la vita..
martedì 2 aprile 2013
Prima stella...
Usare la maratona della stella, la mia decima, per fare un lungo mi è spiaciuto un po’ ma, dopo tanto, nonostante tutto, posso dire che alla fine quel groppo in gola c’è sempre.
Non è la fine di niente, tra qualche giorno avrò la solita Tac di controllo, nessun nuovo inizio, c’est la vie.. ma sono felice.
Dedicata a tutti quelli che vorrebbero ma non possono.
La gara, “Unesco cities Marathon”, da Aquileia a Cividale, un lungo falsopiano a salire che ti mette alla prova, e poi il vento, un vento pazzesco sempre contro e laterale che ha reso la giornata durissima! In spazi aperti, tra i campi, una maratona per chi sa stare solo con se stesso..
Non sono del posto, so che questa prima edizione ha attirato qualche polemica ma non conosco gli argomenti. Io posso dire che però tutto è stato fatto bene e non mancava nulla, strade chiuse lungo tutto il tragitto per davvero, malgrado fosse una maratona fuori dai grandi centri, non ho visto auto, gli incroci erano ben presidiati e nessuno ci ha fatto sentire sopportati, anzi, anche in difficoltà una battuta e un incitamento non è mai mancato.
Mi è spiaciuto non aver visto Agnese, nemmeno a “casa sua”, ma lei (bravissima!) correva la staffetta e io, alla fine, ero un po’ cotto e sono tornato alla svelta in hotel..
A presto..
con il padrone di casa, Claudio di RF.. |
venerdì 22 febbraio 2013
Ciao Simone
C’è chi ti sta attorno per una vita senza darti niente e
chi,”sfiorandoti”,ti insegna qualcosa.. non eravamo vecchi amici ma ho avuto la
fortuna di conoscere la tua storia,ti stringerti almeno una volta la mano e
beneficiare dell’ospitalità dei tuoi splendidi genitori.. Adesso rimane la
tristezza di non poter godere della presenza di un ragazzo veramente in gamba
come te ma,fatto tesoro del tuo esempio,porteremo in giro il tuo ricordo,sempre
a testa alta,con entusiasmo,anche di fronte ai problemi più grandi..
Sei stato un leone..Ciao Simone.
Iscriviti a:
Post (Atom)