Chi può vantare più esperienza ha una cognizione di causa
maggiore,più possibilità di scelta e può esprimere un giudizio più completo.
Esperienza che,visto il gioco,non si misura solo nella quantità di gare fatte..
o meglio,ognuno si può creare il suo paradiso e il suo inferno ma shakerare
campagna e città,piccola gara e grande organizzazione,italia e estero,più
almeno una major può regalare un mix più vario ed una visione globale
però,ripeto,qualsiasi runner con qualche maratona alle spalle può stare al
gioco.. Io ne ho corse undici,oltre ad una settantina di gare,avrei
pensato d’avere qualche tacca in più ma le più o meno recenti questioni fisiche
mi hanno fatto perdere un po’ il filo,in compenso mi sono fatto un minimo d’esperienza
in realtà distanti tra loro..

Se Foia è partito dal paradiso,inverto i fattori e partiamo
dall’inferno del maratoneta,ovviamente il mio inferno..Area di partenza triste stile Milano 2011 dalla zona fiera
di Rho,tracciato tosto “made in Usa”,il continuo sali-scendi di Boston ti mette
a dura prova,con quelle salite dure piazzate in zona muro,anche se nemmeno gli
ultimi 17km newyorkesi lasciano tranquilli,soprattutto nell’infinito rettilineo
post Queensboro bridge.. se poi su un percorso così duro aggiungete i
sampietrini romani non vi accorgerete immediatamente delle differenze ma alla
lunga i muscoli potrebbero alzare bandiera bianca.. sperate allora di non
trovare i 30gradi abbondanti di Milano 2011 o di dover lottare contro le
pazzesche folate di vento della campagna friulana dell’ultima Unesco Cities
Marathon.. di potervi ristorare con un acqua meno bollente della Milano già
citata e avere quel minimo di supporto dal pubblico che la solitudine
dell’infinita campagna della Terre Verdiane non vi può regalare o almeno di non
dovervi mettere l’elmetto per battagliare con il pubblico della Milano
2008,quella che si correva ancora tutta in città.. Alla fine come premio vi
toccherà sicuramente la medaglia-“patacca” sempre di Milano 2011 e nessun
servizio fotografico come nell’Unesco Cities Marathon,oltre alla pesante coda e
i km di camminata di NY per poter uscire dalla zona d’arrivo e,siccome siete
all’inferno,vi troverete a far tutto sotto l’acqua gelida di Firenze 2010.. Non
ho dimenticato l’arrivo,difficile trovarne uno da inferno quindi è necessaria
una scelta dolorosa e diciamo che con il potenziale di Firenze e la fretta di
far defluire i maratoneti,Piazza S.Croce viene sfruttata male e solo dalle foto
ti accorgi in quale bellezza sei arrivato,cataloghiamolo come “mi sarei
aspettato di più”..
Paradiso? Bé sicuramente ha un expò stile NY e la sua
spettacolare partenza,facile come una Terre Verdiane o Milano,ma sei trascinato
dal pubblico come in una major.. voglio vivere momenti emozionanti come l’uscita
dal Queensboro di NY,lo “scream tunnel” di Boston e il Tower Bridge di
Londra,accompagnato da due ali di folla come lungo il Tamigi o Central Park..
in una giornata serena ma fresca e non umida come NY 2011,con i ristori
tranquilli di una Terre Verdiane o Unesco Cities Marathon ma posizionati con la
frequenza di una Major e,per appagare gli occhi,vedere le “cartoline” che solo
le Roma e Firenze ti possono regalare.. L’arrivo su The Mall a Londra è quasi
imbattibile,se non fosse che il pubblico è un po’ distante nell’ultimissimo
tratto,quindi andrebbero aggiunte le tribune delle altre major.. ed alla fine
andarsene fieri con la fantastica medaglia di NY 2008,quasi impossibile da
insidiare se non con la particolare medaglia di Roma 2011,da tenersi al collo
per le vie di Manhattan ricevendo la gratificazione dalla gente e andarsene a
cena con le compagnie romane..
Se volete stare al gioco,o su questo canale o nel blog di Foia che ha originato il post,descrivete il vostro paradiso e inferno...