lunedì 20 maggio 2013

RF alla Strapanaro




Una delle frasi più abusate del forum “è sempre un piacere incontrare volti nuovi e rincontrare i vecchi amici” e questo weekend conferma la regola..quindi ai classici Mad, Marcello, Lilli, Doc, Podistica, Deuterio,al camaleontico Steve,ho il piacere di ritrovare/conoscere il duo sardo/emiliano Juanni-Aroldo,i (quasi) padroni di casa Piccio e fe_de in perfetto doppio-petto giallo fluo,con la Nicoletta che secondo la teoria “Graziana” “..attomiglia tantittimo a Juliana Moreira”…poi ci sarebbero i mototati,il cui nome mi è stato rievocato per l’intero weekend,qualcuno sosteneva dormissero addirittura nel mio stesso hotel,ma si dice che per eccesso di dieta siano diventati invisibili.. La gara è stata dura,le leggende sugli argini intorno al Panarò si sprecano,superano quelle del triangolo delle bermude.. accolti da una pioggia battente che si è via via affievolita per lasciar spazio ad una temperatura tropicale,tutti sintomi di un’organizzazione non all’altezza.. Partiamo in gruppo,compatti o quasi,perché allo start c’è sempre un Savio che si lancia indemoniato in un vortice stile “diavolo della Tasmania”,ma lo lasciamo andare convinti che la temibile “palude panarea” ce lo restituirà inerme a metà gara.. “ritmo chiacchiera” si diceva,classica affermazione fasulla per coinvolgere ignari passanti che da lì a pochi km raccoglieranno le rane con la lingua che rasenta il terreno,infatti dopo poco perdiamo il saggio MadShark che ci lascia andare sostenendo che doveva salutare una nutria che non vedeva da tempo..vedendo il ritmo forsennato del gruppetto provo a fregarli con un “andate, aspetto Daniele” ma lui deve aver fregato me perché quando giro la testa la quarta volta scompare e mi trovo nel temuto limbo,con la testa del gruppo come miraggio,un sole cocente a battere sulla testa e le ammaliatrici sirene del Pànaro a lanciare il loro richiamo.. Senza perdermi d’animo mi lancio all’inseguimento del quartetto ma,ad ogni tentativo di ricucire lo strappo,loro perfidi danno un’accelerata sufficiente a tenermi a distanza,tutto questo nella prima metà,prima di scoprire tutto quanto si narra sulla campagna intorno Panàro,quando si entra nel magico mondo della Podistica San Damaso.. si perché al 13esimo (ma era l’11esimo..) riprendo Steve e la maglietta di Mototeto (al suo interno non ho scorto niente..) sul ciglio della strada che,attirati dalle sirene del Panarò,urlano il nome delle loro amate..li abbandono rinfrancato dal cartello del 16esimo (ma era il 12esimo..) ma qui arriva la mazzata perché il duo fe_de&Doc si lanciano in un’infinita volata e mi distanziano subito di mezzo km,lasciandomi di nuovo nel limbo,per fortuna “raccolgo” Savio che persa la spinta iniziale barcolla sull’argine lamentandosi del caldo afoso e lo devo abbandonare quando alla vista del cartello dell’11esimo (ma era il 14esimo..) si lascia rotolare sconfortato nel canale.. di nuovo solo provo ad andare a riprendere quelli davanti,anche se ormai manco di lucidità mi lancio in una serie di sorpassi per chiudere lo strappo con i 2 che devono starsi veramente sulle palle a vicenda per continuare a lanciare scatti e contro-scatti,nella speranza di distanziarsi l’uno con l’altro..ma ormai siamo a 75° all’ombra con il 220% d’umidità,alla vista del cappellaio matto e del bianconiglio approfitto di un ristoro per farmi riprendere da Savio-Steve e dalla maglietta di Mototeto che si ferma anche a fare la pipì,ma nemmeno loro mi danno tregua perché vogliono riprendere il duo di testa,l’inseguimento è estenuante,mi ritrovo a chiacchierare con la maglietta di Mototeto,Savio si stacca subito,Mad Shark si dice stia giocando a croquet con la regina di cuori intorno al cartello del 15esimo (ma ero il decimo…),fe_de con un colpo secco nel costato fa fuori il Doc che raccogliamo intorno al 18esimo (ma era il 20esimo…) dolorante,”Andrea nel paese delle meraviglie” lo troviamo al cartello del 17esimo (ma mancavano 500 metri all’arrivo..),mentre conta con le mani fino a 10,ma senza pallottoliere non sa arrivare a 21 e cade nel panico,schizzato inizia ad incitarci ma siccome ci vergogniamo fingiamo tutti di salutare un’anziana signora in una villetta sulla destra,allora ci offre urlando un giro sulla sua canna che ci fa scattare che “usain bolt ci fa ‘na pippa”,Doc compreso,malgrado sia in crisi e mi continua a dire che vede il Bisa sul pilastro… finalmente dopo le ultime due semi-curve una folla degna di Londra e NY ci accoglie vicino alla bocciofila di San Damaso e tagliamo festanti il traguardo,riceviamo tutti la classica tigella da mettere al collo e tutti mi invitano ad andare a fare la doccia “che poi fai tardi” salvo lanciarsi in un book fotografico degno di un matrimonio per poter raccontare in giro che “insane non c’era,è sempre in ritardo”..

Dopo una doccia che mi riconcilia col mondo,entro al ristorante in perfetto anticipo ma essendo il primo aspetto don deuterio che dopo la messa mi offre un aperitivo,scoprirò poi che era il classico tranello per farmi arrivare tardi.. mi siedo con 6 minuti di ritardo e fe_de è già al rutto finale mentre si spalma la nutella sulle ultime tigelle,”Juliana Moreira” lo abbraccia e dice che l’ha scelto perché timido e di classe,faccio sedere la Grazia vicina ad un tipo serio come il Piccio per non mostrarle con chi vado in giro ma evidentemente non conoscevo abbastanza bene il Piccio..per fortuna che la Chiara la indottrina su come si accetta una maratona durante il viaggio di nozze..il resto è tutto confuso,il duo sardo-emiliano passa più tempo con il bicchiere in mano che a chiacchierare,il Doc ancora allucinato parla con il Bisa e lo imbocca ma è seduto vicino ad una sedia vuota,cerco in tutti i modi di spaventare Marcello per il Passatore ma lui deduce che è pronto per la Nove Colli del prossimo anno e la Fra mi chiederà i danni per questo.. alle ore di matematica da ‘ste parti erano tutti in fuga perché al momento del conto passiamo da 24 a 17 in pochi minuti salvo poi accordarci per 20 (anche se per la questura erano alcuni meno).. Finalmente siamo ai saluti e possiamo rientrare a casa,anche se si dice che qualcuno è ancora lì a salutare i passanti convinto che fossero al tavolo con noi..lo recupereremo,in futuro..

Ai miei amici blogger i personaggi non diranno molto ma era una storia che andava raccontata..

W RUNNINGFORUM! Alla prossima..



lunedì 6 maggio 2013

London Marathon 2013



Rincorsa da tempo, avevo azzardato l’iscrizione l’anno scorso, “pensiamo positivo” mi ero detto, convinto di dover fare una chemio che poi non è mai arrivata (per fortuna).. a quel punto non potevo farmi fermare da una giornata storta e da un po’ di sfortuna, volevo arrivare, perché continuo a ritenere il ritiro l’unico vero motivo di delusione, personale e per chi mi sta seguendo..

Non avevo enormi aspettative, la gara dovrebbe essere l’apice di una parabola e io, invece, nel mio disordine di gare e allenamenti, mi sentivo già un po’ stanco e soffrivo di qualche acciacco muscolare che mi indicava che, forse, non tutto era perfetto.. però non credevo nemmeno che avrei nuovamente corso una maratona così lentamente,tre lunghi fatti (5’11” - 4’57” – 5’07” le medie), una maratona corsa come allenamento sotto le 4h, non mi facevano pensare che Londra sarebbe stata la mia maratona più lenta.

a cena con l'inaspettata abbronzatura..
Ci ho sbattuto la testa, certe giornate sono da mettere in conto, non ne faccio un dramma. Spaventato da un attacco di dissenteria al Sabato, ho preso del dissenten prima di partire e, invece, oltre a non risolvermi il problema mi deve aver bloccato lo stomaco e creato un senso di nausea che mi ha accompagnato per mezza giornata, accentuato dallo sforzo fisico e dalla giornata calda, quella si inaspettata..  Già in griglia continuavo a sudare e nei primi km non avevo il piacere di correre, sintomi del malessere, dopo la mezza con le prime soste bagno, l’enorme stanchezza e i giramenti di testa ho mollato ogni residua aspettativa cronometrica e mi sono preoccupato solo di portare a casa la medaglia, un passo alla volta,da buon bradipo.. che poi quel po’ di rammarico che mi è rimasto è dovuto al fatto che l’ambientazione è magnifica e la spinta del pubblico degna di una Major ma, purtroppo, mi è mancata la necessaria lucidità per poter vivere lo spettacolo e in eredità sono rimasti solo pochi ricordi e tanta confusione.. potevo essere ovunque e, invece, ripensando al Tower Bridge o ai tratti lungo al Tamigi, devono essere quei momenti di godimento puro, quando senti il boato della gente (quello lo sentivo..) e tu ricambi con lo sguardo fiero di chi ce la sta facendo.. ma mi piacerebbe tornare, anzi tornerò..



alla fine è comunque gioia..
Dal punto di vista pratico è una maratona meno impegnativa di una New York, volo più corto, con l’hotel in zone turistiche si raggiunge la partenza in meno di mezz’ora (noi abbiamo fatto 5-10 minuti di camminata e 15 di treno), percorso meno duro anche se, secondo me, ci sono continue piccole variazioni che qualche disagio all’amatore medio (mediocre..) possono crearlo..  poi la presenza della carta igienica in ogni bagno chimico con rifornimento continuo, le mini-bottigliette d’acqua ai ristori e, mangiare made in italy, nei giorni precedenti la gara, è facilissimo.  Non il massimo, invece, la partenza non scaglionata nel tempo, le wave newyorkesi fanno storcere il naso prima ma poi sono utili ed anche Boston ha due spari pur facendo numeri più contenuti.. e poi il parco di Greenwich è una bella distesa d’erba in cui passare 2-3 ore ma, in caso di pioggia, non oso immaginare cosa possa diventare..





Piccola aggiunta, abbiamo corso listati a lutto per quanto successo a Boston, ahimè scelta non apprezzata da tutti, non tanto a Londra ma per quanto mi era capitato di leggere nei giorni pre-partenza.. vero che ogni giorno ci sono morti innocenti, che purtroppo abbiamo la tendenza a farci scivolare addosso quanto abitualmente accade in alcune parti di mondo che sentiamo distante quasi non fosse il nostro, tendenza accentuata da come i mass media trattano i fatti.. idealmente ogni giorno dovremmo uscire con il lutto, idealmente appunto perché non è possibile, avessi un figlio magari cercherei di fargli avere un quadro più globale della situazione e che il cattivo non ha sempre lo stesso colore..

Premesso questo ho condiviso la scelta del lutto a Londra, mi piace pensarci come una grande famiglia di corridori, accumunati da una passione, nell’insieme mondo facciamo parte del sottogruppo dei runners.. ho trovato quindi naturale esprimere solidarietà nelle successive manifestazioni, arrivate dopo pochi giorni quando Boston era ancora senza un perché, senza voler cavalcare nessuna battaglia più grande, senza farne subito una questione di indiani e cowboy, come qualcuno ogni volta cerca subito di catalogare certe situazioni e i “contro”, sostanzialmente, finiscono col dargli credito..ma per stringere in un ideale abbraccio chi, sulle “nostre” strade, facendo parte di questa famiglia, nel momento di massima gioia e spensieratezza, si è visto stravolgere la vita..