lunedì 18 luglio 2011

ancora... Maratona dles Dolomites

Nei giorni scorsi avevo chiesto a Gianmaria di scrivere qualche riga sulla "sua" MdD.. per la seconda volta lascio volentieri quèsto spazio a qualcun'altro..

"La montagna, tramite tra cielo e terra, così grande da influenzare la forza di gravità, così piccola da poter essere scalata da un uomo, a patto che abbia la giusta motivazione. Otto sono le vette da scalare nella maratona dles dolomites. Diecimila le motivazioni da confrontare con la montagna. Diecimila come i corpi che attendono l'alba nell'aria gelida dei 1400. La partenza del gruppo ha l'impetuosità di un torrente alpino, impossibile resistere alla sua corrente, impossibile non rimanere invischiati nelle strettoie lungo il suo corso. E il gruppo avanza placido su queste sinuose anse che si chiamano tornanti. Quattro volte si sale nell'aria frizzante dei duemila, quattro volte si precipita alle pendici del Sella, sotto lo sguardo vigile delle balsamiche abetaie. Quattro volte l'enorme ottovolante umano riprende la sua corsa verso il cielo, sempre uguale e sempre diversa. Corni alpini e campanacci rompono il silenzio del drago dalle diecimila anime, che serpeggia diretto contemporaneamente al cielo e all'abisso. Alla fine del primo, colossale girotondo con la montagna, è tempo dei primi bilanci. Non è un caso che i passi del Sellaronda siano quattro come le stagioni, in esse trovano infatti diretta corrispondenza: l'estate breve e fugace del Campolongo viene seguita dal lungo e regolare autunno del Pordoi. Aspro e severo giunge l'inverno del Sella, prima di rifiorire nuovamente nella primavera dell'ultimo dei quattro dal nome floreale di giardino, Gardena! Quattro stagioni, un anno, un'intera orbita intorno al sole, al Sella. Per alcuni il vigore estivo del Campolongo è ormai lontano e decidono di fermarsi a Corvara, all'ombra del gigante, il percorso breve è compiuto. Chi prosegue la marcia conoscerà il lato ostico del Campolongo, la forza iniziale è ormai al tramonto, e l'ascesa inizia ad appesantire le gambe. In vetta si festeggia il commiato dal Sella, nessuno si sottrae al rito, mentre la testa veloce del drago giunge al lontano traguardo ed il suo corpo diviene sempre più esiguo con il trascorrere del tempo. Quando il Sella tramonta nella discesa che da Arabba porta a Cernadoi, si raccolgono le forze per il secondo tempo della sfida con la montagna. Gli indomiti, meglio preparati alla lotta, si lanciano senza paura nella sfida con l'avversario più ripido e terribile, dal nome di gigante, il Giau. Da essa riemergeranno colmi di gloria o masticando amara fatica. Si ricongiungeranno con gli altri sulla duplice cima finale del Falzarego/ Valparola. L'ascesa alla montagna bicefala è lunga e regolare, aspra e infinita per coloro che hanno già dato fondo alle loro energie. Con essi la montagna è implacabile, la scalata può sembrare infinita. Fissarla negli occhi alzando lo sguardo al cielo è un errore fatale, simile alla mitica Medusa essa paralizza lo stremato viandante mostrandogli l'agonia dei chilometri mancanti, stretti nelle spire dei tornanti, infuocati dal sole all'apice della sua gloria giornaliera. L'aria sembra mancare nel silenzio angosciante dei duemila. Uomo e montagna si misurano in una lotta impari: l'eternità della roccia contro la transitorietà umana. I secondi divengono minuti, i minuti ore e le gambe macigni... Poi, alla svolta di un tornante voci festanti giungono deboli dalla cima del mostro, dando speranza ai naufraghi sulle pendici della montagna. Un altro tornante per mutare le voci confuse in allegri cori, il cuore, che vive di ritmi, riconosce il suono della salvezza, e batte in assonanza. L'annuncio della fine della sofferenza è sufficiente a raccogliere il coraggio residuo in un ultimo balzo, e alzandosi sui pedali, si trafigge per due volte la montagna. Le due gallerie, profonde ferite al cuore del mostro, si aprono sull'isola dell'ultima sosta prima del trionfo. Resta la seconda ed ultima testa del mostro, ma il ricongiungimento con gli eroi del percorso lungo ridona linfa vitale al drago, che la supera con un guizzo, ultimo slancio verso il cielo, stringendo i denti verso la picchiata finale. Gli ultimi brevi chilometri che mancano al traguardo oscillano tra gioia e tragedia, luci ed ombre si alternano rapide mentre le gambe tornano macigni. Il rettilineo d'arrivo è la benedizione tanto attesa, un ultima curva e... appare il traguardo, la gioia, la gloria!! Di nuovo all'ombra del Sella il pensiero fugge verso i suoi quattro passi, le quattro stagioni, all'anno che dovrà passare per essere nuovamente nella pancia del drago, tornare ad essere una delle sue diecimila anime, tornare..." Gianmaria Cabrini -professore-

Chiudo con le foto,ne mancano ancora alcune ma penso che non arriverete nemmeno alla fine di quèste.. :D

 

mercoledì 13 luglio 2011

Di ritorno dai Monti Pallidi... Maratona dles Dolomites (percorso medio)


Forse eravamo la coppia meno allenata tra i 10mila ma la corsa mi ha permesso di vivere una giornata serena,senza soffrire troppo.. il mio socio si è difeso con le unghie e con i denti,in alcuni momenti cercavo di raccontargliela ma le energie erano veramente a zero,gli leggevo in faccia la fatica e la sofferenza,quèlla che tante volte ho provato correndo ma che non sono ancora in grado di sopportare in sella.. non ha mollato,malgrado tutto,e di quèsto gliene do merito,da qui bisogna ripartire..
Conosciuti all’asilo,compagni di banco a scuola,la bici è stato il mezzo che ci ha riportato a passare del tempo insieme in età adulta.. alla fine l’unica cosa che potevo chiedere a quèsta Maratona dles Dolomites era di condividere un’esperienza così affascinante con un vecchio amico.. alla fine,l’unica cosa che potevo chiedere,era un arrivo ed una foto come quèsti..

venerdì 8 luglio 2011

eh già...... sono ancora quà..



Vasco la canterebbe così…
..e no,non sono riapparso per fare testamento visto che sono in partenza,obbiettivo Maratona dles Dolomites..
Non siamo pronti quanto avrei sperato,abbiamo pedalato poco e non tutto è filato liscio,tanto che alla Valli parmensi ,una decina di giorni fa,il mio socio si è dovuto ritirare per qualche problemino..
Insomma,siccome non si inventa nulla,siccome stiamo muovendo molto lentamente i primi passi,penso che la nostra piccola impresa,realisticamente,si potrebbe compiere sul percorso medio la prossima Domenica.. non quanto avrei sognato qualche mese fa ma comunque una prova di tutto rispetto considerando che c’è gente con migliaia di km in più nelle gambe e decine di granfondo d’esperienza che ancora non si azzarda ad affrontare il Giau alla Maratona.. figuriamoci due “pirla” che al momento faticano a mettersene dietro una 30ina nelle gf di provincia…
Vado con la speranza di divertirmi,di fare una bèlla esperienza e di muovere le prime pedalate in una manifestazione di quèsto livello,con la speranza di chiuderla soddisfatto,senza aver sofferto troppo e con la voglia di ritornare tra un anno...
…………………………….poi è ovvio che se sono resuscitato a poche ore dal via è perché sfogandomi con voi spero di convincermi del tutto che quanto scritto sia la cosa giusta da fare viste le premesse..
Ci si sente la prossima settimana,chiudo con 2 aneddoti relativi alle mie prime due GF:
1) Esordio alla Gimondi dove,sotto al diluvio,ci involiamo verso la partenza con un ritardo imbarazzante tanto da venir annunciati dallo speaker sul palco.. “Ecco,sono partiti tutti! anzi no,ce ne sono ancora due… e con il numero “xyz”,del Veloclub Pontenure,Simoncelli Andrea! il fratello del motociclista…”   (non perdo sto vizio..)
2) Alla GF della Val Tidone e Val Luretta,a pochi km da casa,il mio socio mi da buca,vado comunque e alla fine prendo il diluvio,con grandinata in testa memorabile dove,per quanto andassi piano,la mia bici non voleva stare in piedi.. ho esaurito le mie preghiere in quèi 20km..
…insomma,dopo un 1-2 del genere,già tanto se insisto…. :D

'notte..