lunedì 6 maggio 2013

London Marathon 2013



Rincorsa da tempo, avevo azzardato l’iscrizione l’anno scorso, “pensiamo positivo” mi ero detto, convinto di dover fare una chemio che poi non è mai arrivata (per fortuna).. a quel punto non potevo farmi fermare da una giornata storta e da un po’ di sfortuna, volevo arrivare, perché continuo a ritenere il ritiro l’unico vero motivo di delusione, personale e per chi mi sta seguendo..

Non avevo enormi aspettative, la gara dovrebbe essere l’apice di una parabola e io, invece, nel mio disordine di gare e allenamenti, mi sentivo già un po’ stanco e soffrivo di qualche acciacco muscolare che mi indicava che, forse, non tutto era perfetto.. però non credevo nemmeno che avrei nuovamente corso una maratona così lentamente,tre lunghi fatti (5’11” - 4’57” – 5’07” le medie), una maratona corsa come allenamento sotto le 4h, non mi facevano pensare che Londra sarebbe stata la mia maratona più lenta.

a cena con l'inaspettata abbronzatura..
Ci ho sbattuto la testa, certe giornate sono da mettere in conto, non ne faccio un dramma. Spaventato da un attacco di dissenteria al Sabato, ho preso del dissenten prima di partire e, invece, oltre a non risolvermi il problema mi deve aver bloccato lo stomaco e creato un senso di nausea che mi ha accompagnato per mezza giornata, accentuato dallo sforzo fisico e dalla giornata calda, quella si inaspettata..  Già in griglia continuavo a sudare e nei primi km non avevo il piacere di correre, sintomi del malessere, dopo la mezza con le prime soste bagno, l’enorme stanchezza e i giramenti di testa ho mollato ogni residua aspettativa cronometrica e mi sono preoccupato solo di portare a casa la medaglia, un passo alla volta,da buon bradipo.. che poi quel po’ di rammarico che mi è rimasto è dovuto al fatto che l’ambientazione è magnifica e la spinta del pubblico degna di una Major ma, purtroppo, mi è mancata la necessaria lucidità per poter vivere lo spettacolo e in eredità sono rimasti solo pochi ricordi e tanta confusione.. potevo essere ovunque e, invece, ripensando al Tower Bridge o ai tratti lungo al Tamigi, devono essere quei momenti di godimento puro, quando senti il boato della gente (quello lo sentivo..) e tu ricambi con lo sguardo fiero di chi ce la sta facendo.. ma mi piacerebbe tornare, anzi tornerò..



alla fine è comunque gioia..
Dal punto di vista pratico è una maratona meno impegnativa di una New York, volo più corto, con l’hotel in zone turistiche si raggiunge la partenza in meno di mezz’ora (noi abbiamo fatto 5-10 minuti di camminata e 15 di treno), percorso meno duro anche se, secondo me, ci sono continue piccole variazioni che qualche disagio all’amatore medio (mediocre..) possono crearlo..  poi la presenza della carta igienica in ogni bagno chimico con rifornimento continuo, le mini-bottigliette d’acqua ai ristori e, mangiare made in italy, nei giorni precedenti la gara, è facilissimo.  Non il massimo, invece, la partenza non scaglionata nel tempo, le wave newyorkesi fanno storcere il naso prima ma poi sono utili ed anche Boston ha due spari pur facendo numeri più contenuti.. e poi il parco di Greenwich è una bella distesa d’erba in cui passare 2-3 ore ma, in caso di pioggia, non oso immaginare cosa possa diventare..





Piccola aggiunta, abbiamo corso listati a lutto per quanto successo a Boston, ahimè scelta non apprezzata da tutti, non tanto a Londra ma per quanto mi era capitato di leggere nei giorni pre-partenza.. vero che ogni giorno ci sono morti innocenti, che purtroppo abbiamo la tendenza a farci scivolare addosso quanto abitualmente accade in alcune parti di mondo che sentiamo distante quasi non fosse il nostro, tendenza accentuata da come i mass media trattano i fatti.. idealmente ogni giorno dovremmo uscire con il lutto, idealmente appunto perché non è possibile, avessi un figlio magari cercherei di fargli avere un quadro più globale della situazione e che il cattivo non ha sempre lo stesso colore..

Premesso questo ho condiviso la scelta del lutto a Londra, mi piace pensarci come una grande famiglia di corridori, accumunati da una passione, nell’insieme mondo facciamo parte del sottogruppo dei runners.. ho trovato quindi naturale esprimere solidarietà nelle successive manifestazioni, arrivate dopo pochi giorni quando Boston era ancora senza un perché, senza voler cavalcare nessuna battaglia più grande, senza farne subito una questione di indiani e cowboy, come qualcuno ogni volta cerca subito di catalogare certe situazioni e i “contro”, sostanzialmente, finiscono col dargli credito..ma per stringere in un ideale abbraccio chi, sulle “nostre” strade, facendo parte di questa famiglia, nel momento di massima gioia e spensieratezza, si è visto stravolgere la vita..

martedì 2 aprile 2013

Prima stella...


Usare la maratona della stella, la mia decima, per fare un lungo mi è spiaciuto un po’ ma, dopo tanto, nonostante tutto, posso dire che alla fine quel groppo in gola c’è sempre.
Non è la fine di niente, tra qualche giorno avrò la solita Tac di controllo, nessun nuovo inizio, c’est la vie.. ma sono felice.
Dedicata a tutti quelli che vorrebbero ma non possono.

La gara, “Unesco cities Marathon”, da Aquileia a Cividale, un lungo falsopiano a salire che ti mette alla prova, e poi il vento, un vento pazzesco sempre contro e laterale che ha reso la giornata durissima! In spazi aperti, tra i campi, una maratona per chi sa stare solo con se stesso..
Non sono del posto, so che questa prima edizione ha attirato qualche polemica ma non conosco gli argomenti. Io posso dire che però tutto è stato fatto bene e non mancava nulla, strade chiuse lungo tutto il tragitto per davvero, malgrado fosse una maratona fuori dai grandi centri, non ho visto auto, gli incroci erano ben presidiati e nessuno ci ha fatto sentire sopportati, anzi, anche in difficoltà una battuta e un incitamento non è mai mancato.
Mi è spiaciuto non aver visto Agnese, nemmeno a “casa sua”, ma lei (bravissima!) correva la staffetta e io, alla fine, ero un po’ cotto e sono tornato alla svelta in hotel..

A presto..

con il padrone di casa, Claudio di RF..


venerdì 22 febbraio 2013

Ciao Simone



C’è chi ti sta attorno per una vita senza darti niente e chi,”sfiorandoti”,ti insegna qualcosa.. non eravamo vecchi amici ma ho avuto la fortuna di conoscere la tua storia,ti stringerti almeno una volta la mano e beneficiare dell’ospitalità dei tuoi splendidi genitori.. Adesso rimane la tristezza di non poter godere della presenza di un ragazzo veramente in gamba come te ma,fatto tesoro del tuo esempio,porteremo in giro il tuo ricordo,sempre a testa alta,con entusiasmo,anche di fronte ai problemi più grandi..
Sei stato un leone..Ciao Simone.

venerdì 4 gennaio 2013

Anno nuovo...

...rispolvero vecchi discorsi per dire che un perché definitivo non è mai stato trovato,che non è necessariamente un bene ma,riletti gli argomenti trattati su questo canale un anno fa,non è nemmeno un male.. rimane qualche strascico,qualche tarlo mentale e alcuni linfonodi sempre gonfi,però i controlli si fanno meno fitti e questo lo considero un aspetto positivo oltre al fatto che è quanto posso scrivere ora per aggiornarvi..

Scrivevo anche che,in qualche modo,siamo figli delle esperienze che viviamo e,limitandomi alla corsa,il senso di gareggiare per migliorarmi e raggiungere obbiettivi cronometrici l’ho un po’ smarrito.. ne avevo già parlato,sicuramente per molti non è condivisibile,ma in assenza di corsa mi ero accorto di non rimpiangere le gare da personale e la caccia al pb e ho assecondato un approccio meno competitivo,più rilassato.
Mi rimane un 2012 comunque ricco di soddisfazioni e tanti bei ricordi,con l’unico cruccio di non aver trovato la necessaria continuità per correre una maratona e così,dopo 4 anni,salto purtroppo l’appuntamento.. un anno in cui ho sentito la necessità di condividere e fare gruppo,più che di inseguire qualche limite,e la crescita della comunità legata a runningforum mi ha permesso di correre raramente da solo ed è stata fondamentale per non deprimersi e mantenere alta la mia voglia di esserci. Il tutto grazie a chi quotidianamente contribuisce alla gestione del forum,ma anche,grazie a quelli,che non mancano mai di sobbarcarsi km per presenziare ai vari incontri mantenendo vivo l’entusiasmo e la voglia di fare gruppo.. il risultato è che,in tanti,abbiamo come una seconda squadra e un gruppo di amici con il quale condividere sia la gara che i momenti prima e dopo di essa..
Tutto questo senza voler sminuire i miei amici blogtrotters con i quali ho,viceversa,avuto poche occasioni di incontro in questo 2012 ma,mi auguro,di recuperare al più presto..

Chiudo qua,di solito oltre alle considerazioni di fine anno si scrivono anche speranze e aspettative per l’anno che sta nascendo e,innanzitutto,mi auguro che fisicamente non ci siano sorprese e che Luca e Simone facciano passi avanti nelle loro battaglie.. tornando su argomenti più frivoli,la volontà è quella di vedere se sono ancora capace,dopo 1 anno e mezzo,di correre una maratona.. L’iscrizione a Londra c’è,alla fine mi è andata bene e non pago l’azzardo di quell’iscrizione fatta dall’ospedale,convinto di dover fare una chemio che poi non è mai arrivata,per fortuna,perché in caso contrario,riuscirci sarebbe stato impossibile..

stay tuned…

mercoledì 14 novembre 2012

Garda Trentino Half Marathon 2012

"La felicità è reale solo quando condivisa."

RF all'expò..

RF all'uscita del ristorante..

All'arrivo con gli amici pacer delle 2h..

..con l'augurio che anche i BT riescano a replicare un raduno prima o poi.

venerdì 28 settembre 2012

Ciao Zio.



Quante te ne ho combinate? La leggenda narra che tutto ebbe inizio quando decisi di svegliarti rompendoti il mio Big Jim sulla testa e,alla tua reazione,le lacrime non si sprecarono o quando tu eri sindaco e io ti spalancavo la finestra di nascosto mentre ti vestivi per urlare al quartiere “guardate il pistolino del sindaco”..... ma ancora adesso,io superati i 30 da un pezzo e tu ormai in pensione,mi bastava guardare fuori dalla finestra quando parcheggiavi la tua punto grigia per organizzarti qualcosa..cavolo quanti spaventi che ti sei preso,infatti appena varcavi la soglia venivi a cercare dov’ero..
..e poi le gare,quando scherzando dicevo che i pro arrivavano con l’autista e tu mi dovevi accompagnare e venire a prendere all’arrivo oppure alla prima maratona quando imparai cosa voleva dire correre così tanto e tu dal 30esimo facevi tappa ad ogni km per sapere se arrivavo in fondo..
Insomma i ricordi sarebbero milioni,com’è normale dopo una vita passata sotto lo stesso tetto,ma non riesco a togliermi dalla testa la tua faccia impaurita di Domenica all’alba,la tua richiesta d’aiuto.. quell’amaro in bocca,la sensazione d’impotenza,perché tutto è volato via in un attimo e non so,forse potevi dirmelo prima,potevo fare qualcosa in più..non so..
Oltretutto solo ora,vista la reazione della gente,ho capito realmente quanta considerazione avessero tutti per te e per il tuo lavoro..come eri apprezzato e quanto ti eri speso per la nostra comunità,forse qualche esempio positivo la politica sa ancora offrirlo..

Quotidiano LIBERTA' Lunedì 24/9

Quotidiano LIBERTA' Martedì 25/9

Quotidiano LIBERTA' Mercoledì 26/9


In tanti hanno speso belle parole e lacrime sincere in questi giorni,c’è da essere orgogliosi,rimane che sto guardando fuori dalla finestra,vedo la punto grigia parcheggiata,ma dalle scale non sta salendo nessuno..

Ciao Zio.

giovedì 2 agosto 2012

"Lo zen, la corsa e l'arte di vivere con il cancro"


..no Simone non usare quèl “noi”,non c’è paragone..ovvio che,qualsiasi cosa sarà,ne avrei fatto a meno,ma mi sento in imbarazzo anche solo a pensare che tu possa mettere le due cose sullo stesso piano,il mio a confronto sembra un raffreddore,non sono stato messo così alla prova,non ho dovuto dimostrare la tua forza nemmeno lontanamente.. impossibile dire cosa si prova,ma tra libro e blog ho tentato di mettermi nei tuoi panni e che spirito che hai avuto.. sarà anche vero che quando ci troviamo in certe situazioni ci si adatta,iniziamo ad accettare l’idea che certe cose vengano accostate a noi,quando le onde si fanno alte,troppo alte,si nuota,si annaspa,ma si rimane a galla perché l’alternativa non c’è.. sarà anche vero che quando te lo dicono la prima volta arriva come una secchiata che ti blocca,non riesci nemmeno a sfogare le tue emozioni perché devi ancora realizzarle,ma tutto il resto,tutti quelli schiaffi che ti sono arrivati giorno dopo giorno,quando non sembravano esistere buone notizie,l’angoscia di non sapere come ti saresti alzato il giorno dopo,quale problema ci sarebbe stato da affrontare,il modo in cui descrivi quei momenti e l’atteggiamento che hai tenuto,come non hai abbassato la testa,fa capire di che pasta sei fatto,che hai qualcosa in più..
Pensavo di aspettare le ferie per leggerlo,poi mi è “scappata” una pagina e da lì a cascata ho letto tutto il libro,dalla mattina alla sera,senza troppe pause perché volevo che tutto mi rimanesse ben impresso nella testa.
Leggo,non so dire se tanto o poco ma sotto al naso,di libri di ogni genere,me ne passano durante l’anno. Di solito evito di commentare o scrivere recensioni perché quando le leggo mi sembra sempre di non esser in grado di scrivere in quèl modo,di fare quelle analisi da esperti o pseudo tali,mi bastano le sensazioni che mi ha lasciato e sapere se è piaciuto a me… e a me piace come scrive Simone,la scelta di scrivere capitoli corti,senza eccedere nelle parole,in descrizioni banali,come spesso capita e ci capita quando vogliamo raccontare le nostre esperienze nel minimo dettaglio con la conclusione che,chi ci legge,spesso se ne è già andato..ha ottenuto un ritmo incalzante,in cui non perdi il filo,malgrado l’intreccio delle tre storie,compreso un racconto di fantasia che forse (o probabilmente..) è anche un po’ autobiografico.. anzi questa divisione in tre parti ti permette di staccare un attimo,perché quando parla del cancro la storia è terribile,come scritto nella prefazione.
Simone non è mio amico,nel senso che non ci siamo mai incontrati e non ho interessi a parlare bene di lui e del suo libro,ma leggendo la sua storia è inevitabile ammirare la sua forza d’animo e fare il tifo per lui.. quindi il consiglio è di comprare il suo libro “Lo zen,la corsa e l’arte di vivere con il cancro”.. comprate il libro se non correte,perché non è un libro tecnico,di tempi e tabelle.. comprate il libro se vi lamentate spesso e pensate di avere tutte le sfighe,perché dallo spirito con cui affronta questa montagna potreste trarre qualche insegnamento.. comprate il libro se siete sempre stanchi,di quelli che “lavorano solo loro”,che alla sera dovete stare sul divano e magari incrociate uno che corre sulla strada e pensate di saperla più lunga,voi che ve la godete,perché vi mostrerà che coltivare la voglia di far fatica vi aiuterà se la vita dovesse cambiare le carte in tavola.. comprate il libro se vi spaventa la parola cancro,perché se è vero che ad affrontare certi mostri non si è mai pronti,bisogna comunque crederci,a testa alta,anche quando tutto sembra remare contro.. comprate il libro se correte,maniaci di tabelle con il cronometro in testa,perché Simone è un atleta con i controcazzi,da 2h40’ in maratona,da 8h al Passatore (o giù di lì..),ma vi darà una diversa chiave di lettura sul perché lo fate.. comprate il libro perché vi insegna a non mollare,che sia il muro del 35esimo o uno più alto imposto in maniera infame dalla vita..insomma i motivi per comprarlo sono tanti e,per una volta,accettate il consiglio.

p.s. ringrazio Mauro per avermi fatto conoscere Simone e la sua storia..