venerdì 20 gennaio 2012

Sei solo chiacchiere e distintivo? Ma magari...


4/11: Facendomi la barba mi accorgo di avere un linfonodo leggermente gonfio sotto la mandibola.
6/11: Corro la maratona,la gestisco bene ma subito dopo mi prende una bèlla “cotta”. Situazione simile ad altre volte però,guardandomi allo specchio,ho uno sguardo spento,insomma qualcosa non mi torna ma il linfonodo non si è gonfiato ulteriormente..
10-11/11: Rientro in Italia,stanco,spossato e leggermente influenzato. Il linfonodo è rimasto immutato e non cambia nemmeno nei giorni successivi quando mi sento meglio e l’influenza è passata..
14/11: Faccio un eco in ospedale a Piacenza e mi fissano un appuntamento per un ago aspirato perché non capiscono bene di cosa si può trattare. Ho una coppia di linfonodi gonfi (2cm e 1cm).
18/11: Dopo l’ago aspirato il medico blocca il pagamento perché,forse,bisogna intervenire chirurgicamente e non è chiaro nemmeno quando gli chiedo un colloquio.
Causalmente la mia ragazza e mia sorella,che mi avevano accompagnato,sentono che parlotta in sala d’aspetto con un collega e,dopo una prima analisi,l’esame sembra positivo.
22/11: Io sono all’oscuro di tutto,non mi hanno detto nulla e mi ritrovo da un oncologo-ematologo di Milano per una visita prenotata da mia madre che aveva ricevuto ottime referenze su quèsto medico.
Sono nervoso e inca**ato perché considero tutto superfluo senza l’esito dell’ago aspirato,in realtà non so nulla,la positività la scopro durante la visita: “Considerata la posizione,la consistenza,la durezza e il fatto che è molto innervato mi fanno presumere possa trattarsi di un linfoma… oltretutto,pur avendo stima dei colleghi di Piacenza,ritengo l’ago aspirato un esame inutile in quèsto caso… dopo un percorso fatto da noi per accertare la cosa,perché siamo umani e non maghi,qualche ciclo di chemio e/o radio,penso tu possa considerare il tutto come una parentesi negativa ma da lasciarti alle spalle..  Quèste sono le prime considerazioni della visita,fino a 5 minuti prima pensavo non fosse niente,10 calci nei denti avrebbero fatto meno male..
29/11 – 1/12: Deciso a proseguire il tutto all’Humanitas,rimango solo un paio di notti ricoverato,mi asportano la coppia di linfonodi che sono in una zona scomoda. Dopo 3 ore in sala operatoria non hanno toccato nessuna ghiandola salivare e il nervo del sorriso è solo un po’ infiammato..
Nel frattempo mi fanno lastre,endoscopia e risonanza magnetica total body.
9/12: Nella visita di controllo è tutto ok per l’otorino mentre l’oncologo dice che non ha ancora l’esito dell’esame istologico scritto ma a voce gli hanno comunicato che presumibilmente si tratta di un linfoma di hodgkin. Mi vengono prescritti una serie di esami per definire lo stadio del tumore,definito quèllo si parte con le terapie.
15-16-20-23-29/12: Esami del sangue,biopsia osteo-midollare,deposito del liquido seminale,Tac,Pet,esami cardiologici (stadiazione) risulta tutto negativo,vengo affidato ad una nuova oncologa-ematologa che mi dice che si occupa dei casi relativi al morbo di hodgkin.
La dottoressa afferma che la prima buona notizia è che,se di linfoma si parla,è ad uno stadio iniziale e questo,per le terapie,è un buon segnale.  Introduce per la prima volta il dubbio perché analizzando nuovamente l’esito dell’esame istologico dice che ci sono una serie di fattori che fanno pensare all’hodgkin ma che non danno la certezza al 100% e,quindi,prima di farmi fare la chemio vuole un secondo parere da parte del prof. Pileri di Bologna che,parlando di hodgkin,in Italia,è un punto di riferimento.
5/1: Piacenza-Milano..Milano-Bologna.. porto i miei vetrini al Sant’Orsola per un nuovo esame istologico.
19/1: Da Bologna è arrivato il secondo esito,vengo convocato all’Humanitas di Milano e loro propendono per un’adenopatia infiammatoria,non per una forma tumorale. La dottoressa dice che ha avuto un secondo colloquio con il primo patologo che conferma un dubbio di fondo e che nella Pet il radiofarmaco aveva lasciato una traccia poco marcata nella zona operata.  Tra 2 mesi mi vuole rivedere dopo una seconda tornata di esami,quèsta volta l’obbiettivo non è definire le terapie ma escludere il tumore..  se rimarrà il dubbio verrò nuovamente operato per l’asportazione di un altro linfonodo e per ripetere nuovamente tutti gli accertamenti..

Quèsto banale elenco dei fatti perché sono il primo a dover riordinare le idee per rivalutare la situazione con calma.
C’è ancora tanto da fare e illudersi sarebbe pericoloso,perdere l’equilibrio con cui ho affrontato la tristezza iniziale vorrebbe dire esporsi ad una delusione ancora più amplificata.. farsi prendere dall’euforia e ritrovarsi tra pochi giorni con dei sintomi sospetti o un secondo linfonodo gonfio equivarrebbe ad una mazzata impossibile da sopportare..
Chi si chiede com’è possibile tutto quèsto dico che io credo nella competenza dei dottori,semplicemente ci sono casi limite,sul filo,difficili da districare anche per loro.
Vado avanti con i tanti pensieri dell’ultimo periodo,sicuramente con più fiducia ma senza alzare le mani dal manubrio perché,quando ti capitano certe cose,ti abitui quasi a sentirti dare delle brutte notizie.. e se vedete uno un po’ in sovrappeso,che si dimena in una tutina troppo aderente per lui,sono io che cerco di rientrare nei miei vecchi panni da runner..

martedì 10 gennaio 2012

I love NY...

Ho letto spesso (molto spesso ho detto..) che un maratoneta dovrebbe correre almeno una volta a NY,salvo vedere risposte tipo “allora vuol dire che non sarò un maratoneta ecc..ecc” risposte risentite,francamente fuori tema. Se uno che come te corre quotidianamente,si fa le tapasciate,le gare in provincia,gira l’Italia per gare di ogni tipo e ti consiglia NY,non penso sia una questione di moda,ma un consiglio di chi ha vissuto sulla propria pelle un certo tipo di esperienza e ne è rimasto affascinato.. Non credo che correre la maratona di NY ti renda un maratoneta di serie A e non correrla declassi le tue qualità sportive,quèlle sono determinate dalla capacità di sfruttare a pieno il proprio potenziale,dalle tue qualità e,salendo di livello,dai risultati ottenuti. Altrettanto vero è che considero stupido pensare che quèsta maratona sia corsa solo da un branco di sfigati,attirati dalla copertina e non dal contenuto,da finti appassionati.. I motivi plausibili per non correrla ci sono e ognuno ha le sue priorità,come giusto che sia,io trascorro sempre volentieri qualche giorno di vacanza in quèsta città e,amando la corsa,cerco di farle coincidere con la maratona. Sarò anche un pollo che si fa spennare,ma faccio delle scelte,e rinuncio a farmi spennare su altre cose come capita ad altri.. saranno pur sempre 42 km e 195 metri ma il contesto conta come in qualsiasi sport,giocare a San Siro o a Wembley non è come fare 2 calci nello stadio della mia città.. la storia e il fascino di certe arene e di certi traguardi è innegabile,fa parte della storia dello sport. Il contesto umano è impareggiabile,unico,con tutto il rispetto nessuna maratona nostrana regge il confronto,può illudersi solo chi non c’è mai stato e,forse,solo un paio di maratone al mondo possono paragonarsi.. magari non è un aspetto significativo per tutti,ma ho udito e vista ancora ben funzionanti ed è sistematico sentire o leggere,nella maggior parte dei commenti,di come vi ha caricato quèlla gente lungo la strada,di come avete goduto di quèl tifo nel momento del massimo sforzo, e qui ballate sul mondo per delle ore,un ritmo incalzante che non vi abbandona fino alla fine,che v’impedisce di mollare,che vi spinge fino al traguardo e che rimane nei vostri ricordi più dolci.. Se l’amico vi chiede solo se avete corso a NY è anche perché bisogna sapersi vendere,farsi conoscere,elevarsi sul resto e quèsti lo sanno fare.. magari vi fa girare le pa**e perché siete fior di maratoneti da anni e non vi sognate la “Big Apple”,ma spesso due secondi dopo vi chiede se è lunga come le altre quindi il suo giudizio si qualifica da solo e,spesso,anche noi diciamo qualche banalità quando ci addentriamo in temi a noi sconosciuti.. Vi infastidisce la massa di camminatori,i “podisti della domenica”,i maratoneti da una volta all’anno,il folclore di chi ci sta solo per divertirsi,che contribuiscono a drogarne il prezzo? la confusione,l’attesa prima del via,il tempo che perderete sul cronometro a causa di tutto quèsto? Bé mi chiamo fuori.. è un’esperienza che và vissuta nel suo complesso,si distingue per quèllo. Legati e costretti in tabelle,programmati come macchine neanche dovessimo correre le prossime olimpiadi,si può godere ancora nel vivere esperienze legate alla corsa a 360 gradi,a discapito di un perenne miglioramento cronometrico.. oltretutto in quèsta massa di pirla dal portafoglio gonfio (come in tanti pensano..) ci sono tanti che attratti dalle luci sfolgoranti di quèsto mega carrozzone spremi-soldi si avvicinano alla corsa e dopo imparano ad amarla in tutte le sue sfaccettature. Se NY e il suo essere famosa è un pretesto per coinvolgere sempre più gente è solo positivo,togliamo sedentari dal divano e rendiamo solo più forte il mondo-corsa..intanto quèlli solo attratti da NY si limiteranno a quèlla e se a te non interessa,non ti intralceranno.
Non mi risulta incomprensibile perché qualcuno non voglia correre a NY,è inconcepibile il risentimento e l’accanimento crescente che leggo nei commenti verso quèsta gara da pseudo puristi del gesto atletico che,come me,solo pochi anni fa oziavano con qualche kilo di troppo senza aver mai messo un paio di scarpe da running.. è l’unica gara dove,parlandone,salta fuori quèllo che “ah io non la correrei nemmeno se mi pagassero”.. e chissenefrega,chi ti obbliga,chi te la impone,ci sono tante gare che non farei,ma pur sempre del nostro mondo si parla,l’entusiasmo e il piacere di sentire i commenti altrui per la fatica fatta e le emozioni vissute non lo faccio mancare..
L’unica cosa che odio è che quèsta cosa che mi ha preso mi ha macchiato un luogo dove custodisco tanti bei ricordi. Spero un giorno di scrollarmi dalla testa quèsto tarlo e riuscire a tornare da lei..


Sul fronte interno,per chiarire.. il fatto che il tumore sembra essere ad uno stadio iniziale non mi eviterà la chemio,l’hodgkin si cura con quèlla e Bologna dovrà solo confermare la diagnosi per poter procedere con le giuste terapie.
Il Sant’Orsola non è stato una mia idea ma un consiglio dell’oncologo dell’Humanitas che mi ha indicato il prof. Pileri come il punto di riferimento nazionale per quanto riguarda il linfoma di hodgkin.
Pur cercando di mantenere un atteggiamento costruttivo e razionale,quando si sta ballando basta poco per minare le tue certezze e far crescere l’ansia,rovinandoti l’umore e la giornata.. 

sabato 31 dicembre 2011

Un altro giro di giostra..


In "Un altro giro di giostra",se la memoria non m'inganna,Tiziano Terzani arrivò a dire che il cancro fu,in un certo senso,la sua fortuna. Gli permise di uscire dal tunnel della routine nella quale si era infilato in quèl momento della sua vita,poteva usarlo come scudo se non gli andava di fare qualcosa.. ovvio che non ho troppe similitudini con la sua storia,anche perché non ho vissuto quanto lui,sono lontanissimo dal poter dire d’aver fatto tutto quanto avrei voluto fare e alla vita ho ancora tanto da chiedere. Però un po’ di rendita sto vivendo,ultimamente tutti sono pronti ad esaudire le mie necessità,tutti sono molto gentili con me e mi riempiono di complimenti ed elogi,al limite dell’imbarazzo. A volte dovrei ricordare che poco è cambiato,insomma ho tutti i miei bei difetti,non sono diventato un santo dall’oggi al domani.. chiamiamolo il potere della malattia..
Malattia su cui vi avevo promesso qualche aggiornamento,dato che dopo la diagnosi del linfoma di hodgkin sono stato esaminato nel dettaglio.. Tac,Pec,prelievo del midollo ed altri esami hanno dato un esito confortante,rassicurante. Il tumore è ad uno stadio iniziale,circoscritto alla zona operata,talmente limitato che l’oncologo prima di procedere con la chemio vuole indagare più a fondo e vuole ulteriori accertamenti che farò a Bologna dove,da quanto ho capito,c’è il massimo esperto in Italia per quanto riguarda l’hodgkin.. insomma,siccome quèsto tipo di linfoma prevede una terapia come la chemio, meglio indagare a fondo,chiedere un ulteriore parere.. anche se,a voler esser noiosi,quèsto allunga un pò i tempi e di conseguenza la mia inattività però,sono consapevole,che in certi casi l’aspetto sportivo viene giustamente  in secondo piano..
..che poi io non mi arrendo e in attesa delle terapie un po’ di jogging continuo a farlo.. quando c’è il sole e qualche grado in più,senza spingere,senza forzare,consapevole che il mio corpo deve lottare su un altro versante,ma almeno mi purifico un po’..

Mando in archivio quèsto 2011 facendovi gli auguri di routine.. sicuramente è stato un anno ricco di bèlle esperienze e crudele in penultima battuta..penultima perché gli ultimi aggiornamenti invece mi ridanno un po’ di serenità e,comunque,nulla si butta,anche quèsta storia qualcosa di costruttivo mi lascerà..ho sempre pensato che le esperienze definiscono il tipo di persona che siamo,quindi spero che tutto quèsto mi renda migliore..
L’augurio per il 2012 sarebbe scontato,ve lo risparmio.. festeggiate e divertitevi!

venerdì 16 dicembre 2011

Grazie.

Dovrei ringraziarvi uno ad uno dopo il post precedente..
I vostri incoraggiamenti mi danno ancora più forza e fiducia. Non immaginatemi malato e quando arriveranno momenti meno facili tornerò a rileggere quèllo che mi avete scritto..
In attesa di aggiornamenti...Grazie.

lunedì 12 dicembre 2011

“Fai che finisca alla svèlta”...“Non sono ancora pronto per smettere”

Mi è capitata tra le mani la biografia di A.Agassi ed ho scoperto che ha sempre odiato giocare a tennis. Obbligato da un padre violento a colpire 2500 palle al giorno fin da bambino,il tennis era una costrizione non una passione,poi la paura e la voglia di soddisfare il padre,l’abitudine al gesto,l’incapacità di accettare la sconfitta a cuor leggero lo hanno reso dipendente da quèsto sport,tanto che,nelle ultime partite della sua carriera ventennale,psicologicamente viveva ancora quèsto tipo di conflitto e continuava a ripetersi “fai che finisca alla svèlta” – “non sono ancora pronto per smettere”..


Non sono un Agassi,non mi hanno mai costretto a far nulla,a 5 anni giocavo al parco ma,la corsa,passione nata da adulto e vista con entusiasmo fino a poche settimane fa adesso la vivo in maniera conflittuale.. ho sempre pensato che un podista,come me,davanti ai problemi si può sempre rifugiare nella corsa come valvola di sfogo,ha quèsta fortuna,invece sto soffrendo quèi momenti di solitudine dove ho troppo spazio per pensare e la mia testa riesce solo riempirsi di pensieri negativi.. poi basta una corsetta con un amico o vedere che in prospettiva non mi potrò più appoggiare a lei per sapere che mi mancherà,che ne sentirò la mancanza.. non sono pronto a smettere ma spero che ogni corsa finisca alla svèlta.. Si,perché tutti mi dicono che l’ho presa bene,ed è vero,ci sto mettendo tutta la mia buona volontà per essere positivo,però mi accorgo di avere l’umore un po’ altalenante,che ci sono momenti di sconforto in cui avrei solo voglia di piangere e altri in cui sono inca**ato col mondo,col destino che mi ha riservato sta cosa,che vorrei buttar giù la parete che ho davanti..dai ca**o come si fa,ho 32 anni,non ho mai avuto vizi dannosi,un mese fa correvo una maratona,com’è possibile?!?! ..in quèi momenti mi isolo un attimo,non è vergogna di esprimere i propri sentimenti,è che non voglio sprecare risorse per lamentele o imprecazioni,voglio guarire,farlo bene e farlo alla svèlta.. la percentuale di guarigione è dell’80-90% mi hanno detto,in medicina dove non esiste il 100% vuol dire tanto,molto,a quèllo mi appoggio e vado avanti..
Sono fortunato,forse è ridicolo dirlo adesso,ma sto ricevendo tante manifestazioni d’affetto,ho tante persone vicine che mi permettono di vivere abbastanza serenamente quèsto momento.. tutti hanno un amico,un parente,che ce l’aveva più grosso,peggiore, e adesso sta bene,di quèsto me ne sbatto,non mi rincuora,so che tocca a me e farò quèllo che andrà fatto.. però tanti mi stanno dimostrando la loro amicizia e lo apprezzo,ho una famiglia e una ragazza splendide,il loro appoggio è totale e non sentirsi soli,pensare ad altro,è importantissimo..
Non ho mai pensato a come ci si può sentire in certi momenti ma il fatto di non sentirmi male aiuta.. ovvio che alla sera di un 22 Novembre qualsiasi non sei pronto a sentirti dire che hai un tumore,un linfoma,ma non ho abbassato la testa,non ho perso il sorriso.. magari è un po’ storto dopo l’operazione ma è questione di tempo,si sistema,ed anche così riesco a farmi dire dall’infermiera più carina “se vuoi una mano per infilarti le mutande chiamami”………………. visto?!?!? lo spirito è rimasto identico..


So che ci saranno terapie scomode nei mesi che mi aspettano ma tornerò,voi tenetemi calda la strada..

martedì 15 novembre 2011

The Best One... New York New York..


Non vi dico di sceglierla a prescindere ma,se potete,almeno una volta,andate a viverla,in maniera imparziale,a cuore aperto,lei vi conquisterà e vi ripagherà di tutto.
Non le ho vissute tutte e,quindi,come ogni giudizio parziale può essere messo in discussione,ma non vedo maratone che ti possano coinvolgere emotivamente come quèlla di New York..
Tornato da qualche giorno,restituito alla solita realtà dopo l’ennesima centrifuga di emozioni,avrei potuto raccontare prima ma non sapevo ancora come catalogare quèst’ultimo periodo.. perché alla felicità,all’estasi,all’entusiasmo che mi ha regalato la settimana newyorkese c’è quèl pizzico d’ansia che mi accompagna dopo gli ultimi problemi fisici.. Avrei preferito parlarne a soluzione ottenuta ma visto che le cose vanno per le lunghe,diciamo pure che al Mutai è andata bene che quèsta coppia di linfonodi sottomandibolari ha deciso di gonfiarsi proprio nei giorni precedenti la maratona altrimenti difficilmente avrebbe banchettato così facilmente nella mia maratona preferita.. quindi tra un dottore,qualche pastiglia e un paio di ecografie,in attesa di vedermi aspirare un po’ di tessuto da analizzare per arrivare ad un perché,sperando di poter accantonare definitivamente ogni ipotesi catastrofica,continuo ad essere malaticcio,accompagnato da mal di gola,tosse,raffreddore e malanni vari.. insomma se vi stavate chiedendo il perché la NYC Marathon è finita tra le mani del solito fenomeno partorito dagli altopiani di Eldoret e non dalla promessa bianca sfornata dalle pianure padane,eccovi la risposta..
Battute a parte,non ero troppo in forma,un po’ fiacco,frastornato,sperando fossero vento e stanchezza le cause sono rientrato in hotel qualche ora alla vigilia per riposare e così mi sono giocato la notte,passata totalmente in bianco,infatti mi basta guardare le foto scattate dopo la gara per vedere che ero stato meglio altre volte.. ci sono state cotte maggiori in maratona,nel complesso mi sembrava di essere andato abbastanza bene,ma se mi guardo negli occhi non mi rivedo molto,sono spento..
Considerando tutto sono contento,pensavo di poter fare meno di 3h40’-45’ dopo i problemi ai piedi di fine estate,non completamente risolti,ed ho chiuso a 3h39’46”.. non ho buttato il cuore oltre l’ostacolo ma corso con la testa,forse la mia gara più ragionata,passata a pensare,calcolare,riflettere..
Partito nella prima onda ho inseguito i pacer delle 3h30’ per i primi 8-10km,pilotato da un trio composto da 3 ragazze,due bionde ed una orientale,dalla skyline invidiabile,che ho deciso di lasciare andare quando ho capito che le difficoltà del percorso mi avrebbero fatto pagare il conto se non fossi stato un po’ meno insane e un po’ più saggio.. da qui sono partiti i conti e con un lungo e graduale calo mi sarei garantito un under 3h40’,ho scelto quèsta strada e sono contento,non volevo deambulare dentro Central Park e non l’ho fatto,volevo godermi l’arrivo e le emozioni delle ultime 3 miglia e così è stato,per quanto la fatica fosse tantissima e gli ultimi 5km ben più duri di quanto mi ricordassi dopo il 2008.. qui con il pubblico che ti urla nelle orecchie,le forze ai minimi termini e i piedi in fiamme ho abbassato la testa e chiuso di pura volontà ma bene,lasciando solo quèi secondi che potevano essere lasciati,giochicchiando un po’ con il pubblico e “rimangiando”,una ad una,le tre fanciulle di inizio gara che,evidentemente,non erano state altrettanto sagge..
Dopo l’arrivo,medaglia al collo e foto fatte,è calata l’adrenalina e mi è tornato indietro tutto,la cotta si è fatta sentire,i piedi piangevano ad ogni passo e quèlla panchina all’uscita di Central Park mi sembrava il letto di casa.. passi quèi momenti in cui la l’entusiasmo si confonde con la fatica di una maratona dura,perché oltre ad essere famosa e commerciale finché volete,è tosta!
Però New York merita il sacrificio,ti senti parte di qualcosa,la città sembra diversa nel periodo della maratona,gli aspiranti maratoneti la colorano nei giorni precedenti e,nei giorni successivi,si festeggia con tutte quèlle medaglie al collo di gente dal passo incerto ma dallo sguardo fiero e felice.. con i newyorkesi che ti applaudono e ringraziano per aver corso la loro maratona,ti fermano per strada per un “great job” mentre scendi a fatica da quèl marciapiede.. Tutto nel contesto di una città incredibile,che lasci a fatica dopo averla vissuta per qualche giorno perché avresti da vedere ancora quèllo,fare quèsto ecc. ecc..
E’ stata la settimana anche di Madonna vista in mountain byke tra il Guggenheim e Central Park,protetta da due colossi afroamericani.. di Jessica Alba che ha volato con noi verso Milano.. della pizza large di Alfredo’s che teneva tutto il tavolo e noi ne avevamo ordinate 5.. del calzone alla nutella di Gemma,Greenwich Village,che doveva essere un dolce ed invece era proprio il classico calzone da pizzeria ripieno di Nutella.. del campus di Saint John’s e della sua open house che ho visitato furtivamente dopo aver visto la partita dei Red Storm alla Lou Carnesecca Arena,quèl tanto che basta per capire gli anni luce che separano una nostra università da una loro,ed eravamo nel Queens,zona Jamaica,non a Manhattan.. la settimana dal clima magnifico,forse un po’ troppo ventoso all’inizio ma dal giorno della maratona in poi era primavera,sul Brooklyn bridge giravo in maglietta,l’8 Novembre a NY..
Una maratona è spesso la fine di un lavoro,quèlla di NY quasi sempre parte diversi mesi prima,quindi saluto Matteo di RF che ho incrociato sulla first avenue ma non ne avevo per essere di compagnia ma solo per correre e il BT Kikko che ho conosciuto sul volo di ritorno,lui splendido under 3h e io,mezzo febbricitante,riesco solo a salutarlo.. poi ringrazio chi mi sta intorno e si deve sorbire il sottoscritto,il Giammy e La Cri che mi hanno accompagnato nei lunghi,e quèst’ultima è anche maratoneta,avendo fatto il suo esordio proprio a NY (complimenti!) e gli amici di blog e forum x il tifo,la Lisa di RF,che oltre ad alla sua amicizia mi ha dato una mano con i plantari,quando ad Agosto erano tutti in ferie e lei mi ha trovato la “dottora”..
In attesa di sviluppi,a presto… “la prima Domenica di Novembre non vorrei essere da nessun’altra parte al mondo

                                          


Io e la Cri sulla Libertà,quotidiano di Piacenza..


mercoledì 2 novembre 2011

Green Wave#1 - Corral#18 - Bib 18046

Come già scritto altrove,tale palcoscenico meritava altra forma ed altre gambe.. vuoi per il prestigio,vuoi per le difficoltà ...ma idealmente porterò anche voi in giro per New York...



A presto..